Argomenti di Catechismo Ortodosso
Il Sacerdozio
Di: Padre Anthony Alevizopoulos
PhD. in Teologia, PhD. in Filosofia

Attraverso il Santo Battesimo  tutti siamo incorporati nella nazione “regale” e “Sacerdotale” che è il popolo di Dio (Ex. i9,5-6. Is. 61,6. I Pietro 2,5. Apocalisse. 6,5).  

Come popolo siamo chiamati a offrire a Dio i nostri corpi quale“sacrificio vivente, per allietare Dio”; il nostro intero essere e l’intera Creazione a questo è chiamata. In tal modo i fedeli riguadagnano quel ministero regale e sacerdotale che possedevano prima della caduta (Rom. 12, 1. Gen. 1, 28- 30).

I Cristiani,inoltre, offrono il loro amore e i frutti del loro lavoro a Dio attraverso la mutua fratellanza (Prov. 29,17. Matteo 25, 40). In assenza di queste caratteristiche, nessun’altra offerta è accettabile a Dio.  Quando un uomo,invece, offre il suo lavoro a Dio attraverso la fratellanza:” Allora invocherà Dio e Lui lo ascolterà, e quando prega, Egli gli dirà, Eccomi” Sono qui, vicino a te (Is. 58, 7-9).

Qualunque azione un Cristiano compia, la fa con tutto il cuore, come se fosse il lavoro di Dio e per Dio (Col. 3, 23-24).  Tutto, nella vita dell’uomo, incluso i frutti del suo lavoro sono doni di Dio. Questa è la ragione per cui l’uomo offre i frutti del suo lavoro, in modo che questi siano benedetti e non deve mai farne un uso egoistico.

Deve sempre essere attento ed esercitare il suo ministero “regale e sacerdotale”.
Nell’ambito di questo ministero, è chiamato a proclamare le leggi di Dio ed il suo regno, non soltanto attraverso le sue parole, ma sopratutto attraverso il suo modo di vivere (Matteo 5, 16, Luca. 9, 60). Il fatto che durante il Servizio Battesimale, la lezione Evangelica contenga la frase” Andate e predicate a tutte le nazioni” (Matteo 28, 19) venga letta, dimostra che questo compito è indirizzato a tutti i Cristiani battezzati.  Tutti devono essere pronti a “rendere conto”, quando verrà richiesto, “ per la speranza che abbiamo in noi, “ con umiltà e paura" (I Pietro 3, 15-16). L’esistenza di un sacerdozio generale nella Chiesa, tuttavia, non esclude la simultanea presenza di un sacerdozio speciale. Questo è chiaramente espresso nel Vecchio Testamento: insieme al “sacerdozio regale” vi era il sacerdozio di Aronne (Esodo 28, 1, 37-38. 29, 9. 30,30. 40, 11- 13. Lev. 8, 1-13),  che era in verità inviolato: coloro che avevano provato ad usurparlo erano stati severamente puniti.(Num. 16, 31-33. II Cron. 26, 16-21).

Cristo non era un prete secondo l’ordine di Aronne; non era necessario che offrisse ogni volta nuovi sacrifici; il Suo sacerdozio ed il Suo sacrificio erano eccezionali, unici (Eb. 7, 23-27). È per questa ragione che il sacerdozio dei vescovi e dell’altro clero della Chiesa è considerato come la somministrazione dei rimanenti Misteri (Sacramenti) che Cristo esegue e che non è indipendente dal Suo sacerdozio. In un certo senso è il sacerdozio vero, come l’Eucarestia è un vero sacrificio .

Il sacerdozio nella Chiesa, nel nuovo Israele era stato profetizzato nel vecchio Testamento (Is. 66, 21).

Nel Nuovo Testamento  la Santa  Eucaristia, che è descritta come un sacrificio, viene messa a confronto con quelli dei Giudei e degli idolatri, e  viene sottolineato che i Cristiani posseggono un altare dal quale “coloro che venerano la tenda non hanno il diritto di mangiare (I Cor. 10, 16-21. Ebr. 13, 10).  È a quest’altare che i preti Cristiani servono.

Solo il vescovo che è “ad immagine [βίς τύτον] di Cristo e che tiene “il posto”  "[top τοίγορ]  di Cristo ha la pienezza del sacerdozio. Così come Cristo è stato mandato dl Padre, alla stessa maniera ha inviato i Suoi discepoli; coloro che li ascoltano, ascoltano Cristo stesso e coloro che li ricevono, ricevono Cristo stesso (Giovanni 20,21. 13, 20. Matteo 10, 40. Lc. 10, 16). Gli Apostoli erano i pastori, ma allo stesso tempo erano “pecore” che avevano in Cristo il loro pastore. Un inno della Chiesa dice:


 
"Apostoli che videro Dio, veri,
pastori consapevoli,
e gregge e  animali da pascolo dell’Agnello,
il nostro Salvatore e Dio,
intercedete senza sosta,
in modo che io possa essere salvato dal lupo noetico (Satana) e dalla dolorosa fine delle capre (i dannati). “


Il lavoro degli Apostoli viene continuato oggi dai vescovi della Chiesa. Sono parte della continua e diretta Successione Apostolica e sono circondati dai presbiteri e dai diaconi.

I vescovi ordinano i diaconi ed i presbiteri e li incardinano nel ministero della Chiesa. Comunque il vescovo deve avere il senso che egli agisce come servo di Dio e non per la usa personale autorità. Ecco perché quando impone le mani sul capo del candidato che sta per essere ordinato diacono dice “.. non per il mio gesto di imporre le mani che la Grazia viene data a coloro che sono degni di Te, ma per la visita della Tua ricca misericordia”.

I lavori del presbitero sono definiti dalla preghiera che viene letta alla sua ordinazione “Colma con i doni del Tuo Santo Spirito quest’uomo cui hai concesso la grazia di avanzare al grado di Prete; che possa essere degno di stare innocente di fronte al Tuo Altare; proclamare il Vangelo del Tuo regno, amministrare la parola della Tua verità e offrirTi i doni spirituali ed i sacrifici; e rinnovare il Tuo popolo attraverso il lavacro della rigenerazione…”
 Durante l’ordinazione del vescovo, la sua responsabilità di conservare “l’unità della fede nel legame della pace” è sottolineata. Questo è il motivo per cui chi è ordinato vescovo confessa la sua aderenza ai dogmi della Chiesa e promette di non aggiungere o togliere nulla in nessun modo: … ”aggiungere nulla, togliere, nulla, mutare nulla, ne i dogmi, ne le tradizioni , ma rimanere certo in questi e con il timore di Dio ed una buona coscienza degli insegnamenti  di proclamarli; e tutto quello che Lei (L’unica, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa) ha condannato e rigettato come insegnamenti estranei, questi anche io condanno e rigetto una volta per sempre”.

Il vescovo prega durante l’ordinazione di un altro vescovo“… Tu, o Cristo, rendi quest’uomo Tuo imitatore, o vero Pastore, che donasti al Tuo gregge la Tua vita, rendilo guida dei ciechi, una luce per quelli che sono nelle tenebre, un correttore degli stolti insegnanti dei giovani, una lampada per il mondo che avendo perfezionato le anime che gli sono state affidate in questa vita possa stare senza vergogna di fronte al Tuo trono..”
Questa posizione di responsabilità  che il vescovo detiene, ci aiuta a capire le parole di

Sant’Ignazio di Antiochia che dice: “Guarda al Vescovo, ai presbiteri ed ai diacono.. divenuti imitatori di Cristo, come Egli è imitatore del Padre”. Il vescovo, aggiunge Sant’Ignazio, possiede la “mente di Cristo”, ovvero i suoi insegnamenti  e le sue azioni devono rivelare la mente di Cristo. E continua aggiungendo “Ovunque il Vescovo appare, ci sia una moltitudine di persona, allo stesso modo in cui dove c’è Cristo cioè anche la Chiesa Cattolica”.

E naturalmente la Santa Eucarestia fatta dal Vescovo, o da un suo delegato, cioè il “presbitero” è autentica.

I preti allora, nella Chiesa sono i messaggeri dei Santi Misteri di Cristo ed in questo senso partecipano all’ unico ed “inviolato” sacerdozio di quel solo “Prete” , Gesù Cristo   (Ebrei 7,27);

La Santa Eucarestia, eseguita nella Chiesa dai preti Cristiani è un sacrificio “in accordo alla partecipazione” del sacrificio del Golgotha. Allora tutti i Cristiani attraverso i secoli partecipano del Corpo e del Sangue di Cristo e della Sua vita. Questa è la missione dei prete Cristiano.


THE ORTHODOX CHURCH Its Faith, Worship and Life
Rev. Padre  Antonios Alevisopoulos, Th.D., Ph.D
Tradotto dal  Rev. Stephen Avramides
ATHENS 2001

Traduzione italiana: Βασίλειος Μαρκέζε impantokratoros.gr

 



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